Quando penso agli anfibi mi vengono sempre in mente gli anni ’80. Ma poi ripenso anche agli anni ’90 e all’inizio del 2000. E oggi le vetrine dei negozi di scarpe ne sono ancora piene. Quindi nella mia intera vita li ho praticamente sempre visti? La risposta è sì, tranne per una breve parentesi temporale.
L’origine degli anfibi
In realtà l’origine degli anfibi è praticamente sconosciuta, almeno fino agli anni ’40. Infatti, nel 1945, un certo Klaus Märtens, fisico militare tedesco, infortunandosi ad una caviglia mentre sciava, ideò l’utilizzo di suole di gomma impregnate d’aria per garantire più comfort alle calzature. Nel 1947, insieme ad un collega, il dottor Funck, realizzò il primo prototipo di queste innovative calzature. Questo modello di anfibio ebbe subito un successo immenso e nacquero le famose Dr. Martens. Successivamente il marchio inglese Griggs ne acquistò il brevetto e proprio nel 1960 fu lanciato il classico modello a 8 buchi di color bordeaux, che noi tutti oggi conosciamo.
Ti sembrerà strano, ma le prime acquirenti furono le casalinghe tedesche. Solo poco più tardi gli anfibi Dr. Martens divennero il simbolo della ribellione, del proletariato e delle sottoculture urbane.
Gli anfibi oggi
Oggi ci possiamo sbizzarrire nella scelta degli anfibi che più si confanno ai nostri gusti. Ce ne sono davvero per tutti i gusti e per tutte le tasche. Con la suola più o meno alta, con o senza fibbie e borchie, lucidi o satinati e chi più ne ha più ne metta. Tra l’altro sono davvero versatili e stanno bene con tutto. Io li indosso anche con gli abiti più eleganti perché riescono a donare quel tocco rock che un po’ mi appartiene.
Ti piacciono gli anfibi? E quali sono i tuoi preferiti?